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Molti mi hanno detto ma pochi mi hanno capito.. [post-corteo 17 novembre]

18 Novembre 2010

Nel corso di questa giornata di mobilitazione mi è stato  più volte detto che scendere in piazza,  piuttosto che stare a scuola  in occasione della Giornata internazionale del Diritto allo Studio era privo di  senso. Ma forse queste persone non hanno capito che a noi il diritto allo studio ce lo stanno negando sempre di più, e in un futuro non lontano potremmo trovarci con una totale privatizzazione delle scuola.  A quel punto?  Come faremo?

La conoscenza sembra aver perso valore, alle persone non interessa più.  E peggio ancora sembrano non essere più coscienti. Tirano avanti ogni giorno senza domandarsi se gli schemi preimpostati nei quali vivono vadano bene.

Le politiche di questo paese ci stanno distruggendo scuole e università; tagliano i finanziamenti all’istruzione; ci levano le borse di studio, sostituendole con prestiti e lasciandoci quindi con debiti; anche a livello di presidi ci levano gli spazi, ci è negato di  entrare nelle scuole di pomeriggio, quando dovrebbe essere accessibile a tutti qualora volessero svolgere attività alternative alla didattica mattutina. Chi entra a scuola di pomeriggio senza aver chiesto espressamente il permesso e senza aver fondato una associazione viene punito con provvedimenti disciplinari. Inoltre non ci è permesso di attaccare alcun tipo di foglio, disegno o volantino informativo sui muri della scuola.

Noi dovremmo avere voce nella nostra scuola, siamo noi che ci passiamo tutte le mattine,  siamo noi il motivo per cui esiste e per cui docenti,  personale ATA e preside hanno un lavoro.  Ci privano di ogni forma di espressione, creatività e coscienza critica. Ma domani renderanno inaccessibili le scuole alla maggioranza delle persone, e noi, che la scuola la stiamo vivendo adesso, ci ritroveremo precari o disoccupati e allora non ce la faremo più a pagare i prezzi alti degli alloggi e finiremo privati persino di una casa.

Dobbiamo pensare adesso al nostro futuro, non domani.  Saltare la scuola per manifestare sarebbe un ironia se la scuola fosse perfetta,  invece casca a pezzi.

E io preferisco essere in piazza a rivendicare una istruzione e una società migliore, che in classe a promuovere un tacito assenso a questo tipo di scuola e a questa vita.

CAOS CASTELNUOVO – caoscastelnuovo.noblogs.org

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